COME PASSARE NEI PILE- UP
I vantaggi di una buona padronanza dell'inglese sono innumerevoli e non solo legati all'attività in radio in senso stretto: è importante capire quello che ci dicono i corrispondenti, è essenziale essere in grado di seguire al volo le istruzioni di una stazione DX, è molto utile poter leggere le riviste americane o i bollettini DX.
E poi, visto che si è accennato anche allo stile, non è terribile sentire le stazioni tedesche che chiamano Zechiù Zechiù e fanno lo spelling della Q dicendo Kvibek, o gli spagnoli che dicono Okey Mai Fre, lor Repor Is De Fai E Nai? E noi italiani? Beh, si passa da Plis Chiuessel Per Mai Colescion a De Tempratura Is Seven Gris Daun De Ziro passando per l'ormai mitico Tu Mach Chiuerrem, Tu Meni Scaric Elettric!
Potremmo andare avanti a lungo, ma facciamo un breve excursus su un'altra nota dolente: lo spagnolo! Scopriamo cosi che il bellissimo idioma castigliano ha la disgrazia di essere foneticamente molto simile alla nostra lingua, ragion per cui molti si sentono in dovere di ispanicizzare le proprie trasmissioni, tra l'imbarazzo generale. E cosi si sente dire Con Mucho Calòr De Aver Contactado oppure Està Un Po' De Sblatter, oppure ancora Secù Dixrei Venti Metros... e chi più ne ha più ne metta!
Non si pretende certo di diventare interpreti, ma sicuramente si guadagna in belle figure e -quel che più conta- si fanno i 'new ones' meglio e più in fretta. Oltretutto, se già si è in possesso di qualche nozione di base, sarà sufficiente ascoltare con attenzione un buon numero di QSO: si scoprirà che si dicono sempre le medesime cose e sarà sufficiente memorizzare queste formule (nella loro forma corretta, come le pronunciano inglesi ed americani) per andare in aria con successo.
Regola numero 1
Se non hai alcuna base di inglese, fattela: con poco sforzo ti troverai in tasca qualcosa di utile anche per la vita. Se qualche base ce l'hai, rinfrescala. E soprattutto non aver fretta di trasmettere: ascolta con estrema attenzione cosa dicono gli altri e soprattutto come (pronuncia, inflessioni, eccetera). Ricordati che un inglese a basso livello ma corretto ti permetterà di capire tutto e di farti capire da tutti nel mondo della radio.
Abbandonato l'argomento della lingua inglese, proseguiamo con una nuova domanda: per lavorare il DX è consigliabile mettersi su una frequenza e chiamare o stare in ascolto ed andare a cercare le stazioni che interessano? Beh, fate questa domanda ad un Dxer arrivato e vi risponderà "Bisogna ascoltare, ascoltare, ascoltare e poi ancora ascoltare!". Poi chiedetegli: "Ma tu cos'hai fatto appena avuta la licenza?". Se è sincero vi risponderà "Ho cercato una frequenza libera e mi sono messo a chiamare!". E cosi scopriamo che non c'è nulla di male a chiamare, posto che si rispettino alcune regole, anzi, che in certi casi può essere molto divertente; con l'esperienza però si scopre anche che le chiamate sono assai poco produttive dal punto di vista del DX in senso stretto. Ma andiamo con ordine: vediamo dapprima le regole d'oro da rispettare per essere "buoni chiamatori".
Regola numero 2
Mai, dico mai, mettersi a chiamare prima di essersi accertati che la frequenza sia libera, ascoltando per almeno un minuto 2 o 3 KHz attorno alla frequenza scelta e chiedendo un paio di volte. Is this frequency in use?
Men che meno, bisogna azzardarsi a chiamare nelle DX window delle bande alte (14.195 -21.295 - 28.495 ± 10 KHz). Evitare chiamate selettive, tipo CQ CQ Pacific Ocean o QRZ Far East only: non sortiscono mai l'effetto voluto e mettono in ridicolo chi le fa.
Anche il classico CQ DX non significa niente: se la propagazione è aperta è molto più facile che ti risponda un americano o un giapponese che non un europeo. Se la propagazione è chiusa, puoi chiamare DX finché vuoi, ma ti risponderanno solo i soliti UB5.
E adesso vediamo perché la chiamata non è efficace per lavorare nuovi paesi.
Cominciamo mettendoci nei panni di un neo-Dxer nostrano: armato di entusiasmo e mezzi decorosi riesce a mettere insieme un segnale discreto, per esempio in 15 metri.
Chiamando a metà mattinata -a propagazione aperta- collegherà parecchi giapponesi, qualche russo asiatico, se è fortunato un coreano: venti o trenta collegamenti per tre o quattro country DXCC.
Lo stesso potrebbe valere per metà pomeriggio. molti americani, qualche canadese, se va bene un cubano o un portoricano. Tutte cose da far girare la testa ad un novizio, ma quando lo score DXCC ha superato i 100 si ha voglia di salire in fretta e ci si rende conto che a questi scopi chiamare non serve a nulla.
Regola numero 3
I Dxer "arrivati" hanno ragione (se no cosa sarebbero arrivati a fare?): per salire nelle classifiche del DXCC e di ogni diploma l'unico metodo è la pazienza, la furbizia, la costanza di ascoltare. Ascoltare con intelligenza, nei posti giusti. Ascoltare fino a consumare la manopola del VFO ma anche "ascoltare" le indicazioni dei bollettini DX, del canale in VHF dove si ritrovano i Dxer della zona o, meglio di tutto, del Packet Cluster.
Il buon operatore, d'altra parte, non ascolta solo per sapere cosa collegare. E' importante infatti avere la sensibilità per capire come opera il nostro corrispondente, ed adattarvisi. Se per esempio rispondi ad una stazione di media rarità, che sta facendo QSO a raffica ma senza affollamento, dai rapidamente il tuo nome ed informazioni generiche sul QTH.
Allo stesso modo, non dilungarti con informazioni sul tempo o sulla stazione: annoi la stazione DX e togli tempo a quelli che aspettano di collegarla.
Regola numero 4
II buon operatore si distingue per la capacità di adattarsi a diversi tipi di QSO: cortese e completo di informazioni nel QSO normale, agile nei QSO DX, fulmineo, efficace e tagliente nei QSO su pile-up.
Ascolta oggi, ascolta domani, un bel giorno capita di imbattersi in uno di questi benedetti pile-up, cui spesso abbiamo accennato.
Ma di cosa si tratta?
Bene, pile-up in inglese, significa catasta, mucchio. in Italiano - e più generalmente in "europeo" - invece significa "occasione per mettere in mostra i propri istinti bestiali, cercando di fare il collegamento ad ogni costo, sopraffacendo i concorrenti e, se ne è il caso, cercando di barare".
A parte gli scherzi, cerchiamo di capire che cos'è questa strana entità, cosi importante nell'attività Dx. II pile-up in effetti è un accumulo di radioamatori che si concentrano su di un'unica frequenza nel tentativo di collegare una stazione rara. Non deve stupire un fatto del genere: basta pensare al rapporto numerico esistente tra i radioamatori dei paesi considerati "DX" e quelli comuni. A pochi interessa collegare un italiano o un canadese, mentre a molti più interessa un rara stazione dell'Africa o del Pacifico; non parliamo poi delle DX-pedition, spedizioni organizzate appositamente per attivare un paese privo da anni di attività radiantistica. Non è raro che queste spedizioni facciano trenta o quarantamila QSO in una settimana di operazioni; per i Dxer di tutto il mondo la DX-pedition è l'unica occasione , per lavorare un certo paese particolarmente raro: o si riesce a fare il QSO nella settimana in cui la spedizione è attiva, oppure addio new country per chissà quanto tempo.
E' evidente che queste sono le occasioni in cui maggiormente i maldestri e i maleducati si dimostrano tali, mentre i super operators possono dare ulteriore prova della loro abilità. Nella realtà possiamo trovarci in mezzo a due tipi di pile-up: quello in isofrequenza e quello in split. Vediamo di capirci.
Isofrequenza sta ad indicare che la stazione DX ed i suoi "pretendenti" operano sulla stessa frequenza; in questo modo si collegano stazioni di media-bassa rarità, ovvero coloro i quali alla fine di ogni QSO vengono chiamati da un massimo di tre quattro pretendenti.
A queste condizioni, se l'operatore della stazione DX è bravo ed i pretendenti sono sufficientemente disciplinati, si riescono a mantenere buoni ritmi, con soddisfazione per tutti.
Regola numero 5
Nel pile-up in isofrequenza devi chiamare solo e soltanto quando la stazione DX chiede QRZ? oppure quando il QSO precedente è sicuramente terminato: chiamando a sproposito passi per deficiente e crei solo confusione. Devi scandire una o al massimo due volte le ultime due lettere del tuo nominativo; scandendolo per intero o ripetendo tante volte le ultime due lettere finisci per non sentire la stazione DX che magari sta rispondendo proprio a te. Ricorda soprattutto che chiamare al momento giusto è molto più efficace che chiamare tante volte.
Quando finalmente la stazione DX ti ha preso, segui fedelmente lo schema riportato sopra, nel primo caso. L'operatore della stazione DX è generalmente abile e non ha bisogno che tu gli ripeta tante volte il nominativo; se non ha capito sarà lui a chiedertelo.
La regola numero 5 ha anche alcuni corollari:
Se non specificamente richiesto dalla stazione DX, non dilungarti dando il nome ed il QTH;
Non chiedere la QSL info. Ascolta: ogni 10 o 15 QSO sarà la stessa stazione DX a dare tutte le informazioni;
Guardati bene dal chiamare se la stazione DX sta facendo chiamate selettive (per esempio QRZ Stateside? o QRZ Asia?): lei si può permettere di scegliere.
Non chiedere "a che ora sarai in 40 metri CW?" o altre baggianate del genere: la stazione DX raramente ha programmi precisi, e comunque non vuole perdere tempo per venire a dirli proprio a te. I super operators si distinguono anche da queste cose.
Dopo aver imparato come fare bella figura nei pile-up in isofrequenza, vediamo come districarci in quelli in split.
Split significa divisione, ed effettivamente operazioni in split sono proprio quelle in cui la stazione DX e tutta la schiera di pretendenti operano su frequenze diverse.
Tutto ciò accade non spessissimo, quando cioè il numero dei pretendenti cresce oltre un certo limite: ad ogni QRZ? la stazione DX sente solo un muro di suoni incomprensibili ed è praticamente impossibile portare a termine un QSO. Anche al di qui della barricata aumentano i problemi; aumentando i pretendenti aumenta infatti il QRM che inevitabilmente ci si arreca a vicenda, oltre naturalmente alle generali intemperanze che aumentano in progressione geometrica.
Succede allora che qualcuno comincia a gridare "stand by!" e prima o poi tutti si quietano; si torna cosi finalmente a sentire la stazione DX che dice, per esempio, "Listening five to ten up... QRZ?" ("ascolto tra cinque e dieci KHz sopra questa frequenza.. QRZ?").
Scatta in questo momento l'operazione in split; supponiamo che PJ8AD (Antille olandesi) avesse raccolto il pile-up originario a 21.295: questa era la frequenza dove lui chiamava e su cui tutte le altre stazioni rispondevano. Dal momento che PJ8AD annuncia "Listening five to ten up", tutti i pretendenti dovranno mettere il VFO B del proprio trasmettitore su una frequenza compresa tra 21.300 e 21.305 e chiamare quindi su una frequenza diversa da quella dove ascoltano.
PJ8AD continuerà tranquillamente a trasmettere a 21.295, dove noi continueremo ad ascoltarlo, ed andrà a sintonizzare tra 21.300 e 21.305, con un duplice vantaggio: noi sentiremo lui e solo lui a 21.295 -in assenza di QRM - mentre lui ascolterà il pile-up distribuito su 5 KHz ed avrà quindi molta più facilità a distinguere i nominativi. Come comportarsi in tali occasioni?
Regola numero 6
Nel pile-up in split bisogna rispettare esattamente le stesse regole che si seguono in quello in isofrequenza, corollari compresi.
Regola numero 7
Abbiamo assodato che l'ascolto è essenziale per l'attività DX, ed abbiamo visto che l'attività DX che conta -visto che siamo in tanti- è praticamente fatta tutta di pile-up. E' inevitabile quindi che durante i periodi di ascolto ci si imbatta in delle cagnare in cui tutti chiamano come dei forsennati. II primo istinto sarebbe quello di gettarsi a capofitto, e invece:
Non chiamare prima di aver capito se si tratta di pile-up in isofrequenza o in split. Il pile-up in iso è circoscritto a 1 KHz e normalmente non è furioso (anche se a volte si raggiungono parossismi da manicomio). Se invece senti 5 o 10 KHz di putiferio, cerca il limite inferiore e poi scendi ancora di 5 KHz: è li che facilmente troverai I'origine di tanto chiasso (per intenderci se trovi ressa a 14.207, muovi il VFO e ti accorgi che chiamano tra 14.200 e 14.210, allora quasi sicuramente la stazione DX sarà a 14.195 e chiamerà QRZ? Two Hundred - Two Ten). - Non chiamare prima di aver capito chi è la stazione DX -
Non chiamare prima di avere capito se puoi chiamare. Ci sono molti casi in cui la stazione DX ha propagazione con parti del mondo per lei difficili da collegare, e vuole collegare quelle. Per esempio, dai Caraibi è molto difficile collegare il Giappone per cui è stupido e maleducato cercare di rispondere a KP2J (US Virgin Is.) quando chiama QRZ Asia?
Inoltre, capita a volte che per sfoltire l'affollamento il pile-up venga gestito a numeri: che figura fa un I2 che chiama quando la stazione DX chiede "QRZ, Only number 7 in the call?" - Ricordati sempre che - anche nel pile-up - valgono più dieci secondi di ascolto che dieci chiamate.
Possiamo tornare ora al pile-up in generale. Per esaurire l'argomento, infatti, dobbiamo dire due parole sui casi veramente "torridi" con cui prima o poi ci capiterà di avere a che fare. Attenzione, quindi: questi sono argomenti da vero "manico". II più delle volte ad una stazione DX, per quanto rara sia. sono sufficienti 5 o 10 KHz di split per gestire il pile- up; capita però, nelle grosse spedizioni in cui vengono attivati paesi rarissimi, che i pretendenti siano distribuiti su 20, 30, 40 e perfino 100 KHz di split! Sembrerebbe allora che sia necessario cercare una frequenza apparentemente libera e chiamare, chiamare, in continuazione finché -si spera prima o poi la stazione DX passerà di li e ci collegherà.
E invece, anche in questo caso, la furbizia a volte ci può venire in aiuto; tanto per cambiare, il trucco è di sostituire qualche chiamata con un po' di ascolto.
La stazione DX. infatti. solitamente parte da uno degli estremi del segmento di split e si muove verso l'alto, salendo o scendendo a seconda dei casi.
Per capire come comportarci facciamo questo esempio. sentiamo la stazione DX che dice "Charlie Delta, five ando nine", velocemente passiamo in ascolto nel segmento di split e. muovendo il VFO. riusciamo a trovare "Thank you. this is Oscar November six Charlie Delta, you are also five and nine". Passiamo di nuovo ad ascoltare la stazione DX. che chiuderà il QSO con "Roger Oscar November six Charlie Delta... QRZ?".
E questo il momento di chiamare un poco sopra o un poco sotto la frequenza dove è passato ON6CD: se siete fortunati ad aver imbroccato la direzione di movimento il prossimo QSO sarà il vostro. Lo so che non è facile: bisogna essere velocissimi nel cambio di VFO, nel muovere la manopola, nel prendere al volo anche solo parti dello scambio. e bisogna essere anche un pò fortunati. D'altra parte il super DX è questo, ed è bello saperlo fare.
Prima di concludere con la fonia dobbiamo capovolgere uno dei punti che abbiamo tenuto saldi fino a qui. Abbiamo sempre dato per scontato che l'operatore della stazione DX sia bravo, veloce e sappia sempre quello che si deve fare per tenere a bada l'orda dei Dxer. Purtroppo nella realtà non sempre le cose vanno cosi bene.
E' difficile, per non dire impossibile, che tra i componenti di una grossa spedizione ci siano delle schiappe, mentre capita di trovare degli incapaci tra i "residenti" di paesi semirari.
D'altronde, chi può lamentarsi del fatto che un pakistano non sia abilissimo a gestire il pile-up, che un italiano in Niger per lavoro abbia voglia di farsi solo qualche QSO tranquillo o che un francese a Reunion Island abbia voglia di collegare solo connazionali?
Anche in questi casi intelligenza, delicatezza e buona educazione consentono generalmente di portare a casa il QSO. Basta aspettare un pò i più, non subissare la stazione con un diluvio di chiamate di fronte alle quali generalmente si spaventa, in sintesi - come al solito - adattarsi al corrispondente con cui abbiamo a che fare.
Per esempio, se TU2QQ (Costa d'Avorio) sta sgranando QSO con calma, chiedendo a tutti nome e QTH e fermandosi a scambiare due chiacchiere con ognuno, la maniera migliore per farlo scappare a gambe levate è quella di interrompere i QSO con continue chiamate; in questi casi bisogna aspettare tassativamente la fine del QSO in corso, e poi comportarsi come di consueto: scandire una, al massimo due volte le ultime lettere del proprio indicativo ed aspettare. Se non è questa, sarà la prossima volta o la prossima ancora: il DX, soprattutto quello del super operator, è fatto anche di pazienza.
Ci sono poi alcuni che, sentendosi incapaci di gestire il pile-up vero e proprio, raccolgono i pretendenti in delle mini-liste e poi li lavorano.
Si tratta, a mio parere, di una pratica barbara e inutile, ma altrettanto inutile è discutere sul modo di operare di una stazione DX: se vogliamo lavorare il paese nuovo dobbiamo adattarci, punto e basta. Ecco come funzionano le cose in questi casi: la stazione DX lascia sfogare la canea urlante per qualche minuto ed intanto annota quindici-venti nominativi (intendiamo sempre le ultime due lettere!); quando la ressa si calma un attimo, la stazione DX chiede silenzio e poi elenca i nominativi che ha "preso", dopodiché inizia a lavorarli uno per uno.
Evidentemente si perde un mucchio di tempo, ma è assurdo chiamare tra un QSO e altro se non si è stati inclusi nella lista degli "eletti": normalmente si scatenano solo le ire dell'operatore e si perde ulteriore tempo. Una volta di più bisogna aspettare, fino al momento in cui tutti i nominativi in lista saranno stati lavorati e verrà presa un'altra lista. |